sabato 20 agosto 2011

Le pittule sono un po' come le tigelle

Esco indenne dal caos ferragostano mentre l'hype mediatico sul Salento turistico impazza su magazines e riviste specializzate ed il principale quotidiano nazionale istituisce addirittura una casella postale virtual-interattiva dove imbucare cartoline dal "Salento felix" (sic!).
Ma a me, bastian contraria e con i piedi per terra, verrebbe invece voglia di spedire la mia caustica-cartolina dal Salento infelice (anche se ho scritto questo...), altrimenti ci convinciamo tutti di vivere tra le immacolate bellezze di Bora Bora, amministrate con senso civico svedese, sdraiati sull'amaca a bere il latte dalle noci di cocco fresche.

Così, come un David Letterman senza mug, ho tirato fuori la mia Top Ten sui "peggiori 10 momenti vissuti nell'estate salentina".

N.B. Da qui in poi immaginare il conto alla rovescia annunciato con la voce nasale di Letterman ("numb'r teeeen, everybooody...!") e rullata di batteria + colpo di piatto sul finale, come nella migliore tradizione dell'avanspettacolo (ta-bum).

10. Vietato calpestare le aiuole
Dover rinunciare a stendersi sul fresco prato inglese per ripararsi dalla calura estiva, perché non ci sono parchi pubblici degni di questo nome e sulle poche aiuole esistenti vige la merda di cane, oltre che un Divieto da Regio Decreto. Capire di non essere a Place des Vosges ma forse neanche in Europa.
9. Antonio
Lo spettacolo del piccolo Antonio che, su una spiaggia dello Ionio, piscia in un secchiello e poi se lo riversa in testa sghignazzando sotto lo sguardo tollerante e comprensivo della madre.
8. Camper selvaggio
Incontri ravvicinati dell'altro tipo con gruppo di camperisti che ti precede mentre percorri in auto la litoranea. Il loro sbandierato "senso di libertà" ("parcheggiamo un po' dove c*zzo ci pare...") non coincide per nulla con il mio.
7. The "Capurso week-end invasion"
Ma perché!?... Capitolo non vi andava bene?
6. Le tavolate sociali di un tempo che non ci sono più
Il rimpianto del tavolaccio-in-legno-altezza-sterno delle Sagre paesane (quelle vere!), con schizzi d'olio ed immancabile ricetta della melanzana ripiena suggerita dalla massaia accanto. Oggi al posto del tavolaccio il ben più comodo servizio al tavolo e al posto della massaia una coppia marchigiana che sostiene che "le pittule sono un po' come le tigelle".
5. Sei per Tre
Le simpatiche facce da pirla dei DJ che si esibiscono ad agosto nei club salentini, ritratte sulle affissioni giganti posizionate sotto i ponti. Rischio di incidente stradale.
4. VIP tweets
Il Dj set di Saturnino in spiaggia (dico: Saturnino!) che diventa "imperdibile happening cultural-mondano".
3. L'hai voluta la bicicletta?
Le pseudo piste ciclabili in città (divertenti... puoi giocare allo "scansa-cassonetto"....) e quelle ciclo-turistiche in campagna usate dalle auto come scorciatoie.
2. Souvenir
Il must-have per i turisti quest'anno sono le T-shirt con frase ricordo in un improbabile dialetto salentino (quella con la scritta "che minchia guaddi?" deve essere un fondo di magazzino palermitano!)
1. Tolleranza zero
I controlli sudamericani delle forze dell'ordine alla Masseria Torcito e a Parco Gondar: posti di blocco, cani anti-droga e poliziotti in borghese per un'allegra serata all'insegna del relax.


Ta-bum


lunedì 8 agosto 2011

The Londoners

ovvero... "una buona scusa per andare di nuovo a Londra".
Volo low-cost (non proprio "low", in realtà...) e Oyster Card alla mano, ho trascorso un long week-end nella città più perfida d'Europa, la mecca della moda indie-alternativa, la capitale
indiscussa dello street-style, alla ricerca di "tips" d'ispirazione fashionista, semini da portare a casa e far germogliare lungo il solco della mia creatività.

"So, what's on in the City?" si chiederanno i miei lettori fashion-victim e anglofoni...
Ve lo racconto io... Dimenticate però le arcinote buste verdi a scritte dorate dei Magazzini-icona dello shopping turistico (quelli con la H maiuscola!!!) o il West End dei mercatini pluri-celebrati di Portobello.
Dimenticate Carnaby Street dove i turisti italiani sperano di provare il brivido dello shopping della Swinging London tra i brand internazionali che trovi anche a Milano.
Dimenticate Camden, mio amore di gioventù (lontano ormai il ricordo che ne avevo di quartiere-continente fatto di razze e costumi mischiati al ritmo del dub sparato dagli altoparlanti) ed oggi appannaggio di teen-ager spagnoli e di squallidi tapas-bar (!?).
È Shoreditch - nell'East End londinese - il nuovo "fashion district" della capitale. Ho perciò vagato in giro per le strade ad est di Commercial Street con la mia fidata digitale a catturare immagini di persone comuni che qui sono vere icone di stile perché a Londra lo street-style è davvero glamour. Ho visitato le fantastiche boutiques alternative di Redchurch Street e i paradisi vintage di Brick Lane, mangiato bagel e hot beef dove i tassisti londinesi amano fermarsi e assaggiato la miglior ginger-beer nel paradiso gastronomico di Albion.
Fuori dalle passerelle, oltre gli atelier, la moda oggi è in strada. È una "nuova democrazia" fatta di scarpe in tela nera, cardigan over-size e custom T-shirt. I londinesi (the londoners) sono la mia bibbia della moda, in sella alle loro bici con l'immancabile laptop nella borsa a tracolla, le sneakers ai piedi e quella innata capacità tutta brit di abbinare giacche in stile vittoriano e T-shirt marinare che mi fa, ancora una volta, proprio come nella foto qui su, aggrottare la fronte per lo stupore.

La mia top 5 di Hornby-ana memoria:
  1. entrare con un misto di sudditanza ed eccitazione nel regno di Vivienne Westwood a Conduit St. e riuscire a comprare qualcosa per poco più di 30 sterline;
  2. riempirmi il vassoio con il sushi monoporzionato di Wasabi: dove vuoi (praticamente in quasi tutte le Tube Stations) e quando vuoi (davvero low-cost);
  3. guardare il mondo che scorre fuori dalle vetrate di un pub, seduta a sorseggiare sidro di mele;
  4. cenare a piedi nudi sulla moquette nel loft di una coppia di amici greci, nell'ameno quartiere di Richmond;
  5. osservare gli scoiattoli sotterrare le ghiande a Green Park e chiedersi come faranno poi a ritrovarle.
dedicato ad Amy, 27 anni, Camden Sq.