lunedì 18 luglio 2011

Ma non chiamatela tassa


Non ci crederete mai, cari amici, ma oggi voglio spezzare una lancia (però la voglio in tessuto denim, che fa più fashion...) a favore della tanto discussa "tassa di soggiorno"!

«PROLOGO»

Interno giorno. Sono in un albergo a Roma, stanca, scapigliata e carica di valigie, cammino velocemente nella hall, nel solito e deprecabile ritardo verso il prossimo set fotografico. Nella guardiola un omino sulla quarantina si dilunga in una telefonata non-sense mentre io attendo nervosamente che l'ascensore giunga al piano quando, ad un certo punto, riagganciando la cornetta, urla: "Ah Signò, ce sta 'a tassa de soggiorno........"

"Aspetta, aspetta, aspetta..."sibilo io stupita, mettendo mano controvoglia al mio wallet in pelle di Paul Smith "ma da quando l'hanno riesumata la tassa di soggiorno? Che diavoleria è questa?"

Allora, di ritorno a Lecce, rimugino mumble-mumble sulla gabella in questione mentre sulla stampa locale esplode la polemica tra carte bollate, ricorsi al TAR e albergatori che piangono (così, a scopo puramente preventivo, immaginandosi sin d'ora sul lastrico...) e tutto ciò mi mette una gran tristezza. È un polverone grigio che non mi fa respirare, è l'immagine dell'anti-estate, la negazione del divertimento, cari amici!!!... file di bianchi ombrelloni chiusi come in un lindo cimitero di Colleville Sur Mer, mentre, c*zzo, invece è estate vera e io sogno frozen daiquiri su comodi lettini e il tramonto sullo ionio (ok, sono molto mattiniera ma per l'alba sull'adriatico non ce la faccio...)

Cioè... pensate davvero che tipo 2€ a persona (cioè praticamente il costo di un caffè in ghiaccio in uno qualsiasi dei nostri beneamati caraibici beach-bar) sia capace, da solo, di arginare lo sviluppo turistico del Salento?

Ma non eravamo la terra di "imprenditori lungimiranti e servizi di qualità" (cito da una rivista a caso...)? Ma perché Roma e non Lecce? Ma perché non possiamo investirli nella manutenzione ed il recupero dei beni culturali e ambientali o dei servizi pubblici locali? Ma perché non li usiamo per regalare a Lecce un re-make up o una rilassante seduta detox?

«THE DAY-DREAM (il sogno ad occhi aperti)»

Tutte queste domande mi rigirano nella testa, perciò con la fantasia mi travesto per un istante da turista errante, godendomi la luce del centro storico e la bellezza ancora intatta dei vicoli meno battuti ed incappo in gruppi di vacanzieri deambulanti. Ce ne sono di tutti i tipi, età, estrazione sociale, accompagnati e non, cartinati o confusi-testa-in-aria. Camminano a passo veloce o col tipicissimo passo da gamberone rosso (presidio Gallipolino...). Colgo con orgoglio il loro sguardo rapito, la bocca perennemente aperta in un'espressione di stupore, il loro abbigliamento molto pittoresco, copricapo d'ordinanza con visiera ed occhiali da aviatore per lui, micro-bag "eta-beta" per lei, corredata di giacchina stretch in caso di vento ed ombrello contro il temuto temporale estivo.

«THE NIGHTMARE (l'incubo)»

Ma attenzione!!! Improvvisamente scappano tutti, fuggono a gambe levate verso il City Terminal, presi dal panico, inseguiti dal BLOB informe e fagocitante, la "tassa che uccide", l'odioso tributo che tutto distrugge, l'incomprensibile vessazione per i turisti-sudditi da max 5 Euro giornaliere. "Ma la Lonely Planet non ne parlava!!!"urlano atterriti, calpestandosi l'un l'altro alla ricerca di una via di salvezza contro Armageddon, "l'apocalisse economica ammazza-vacanze".

«FINALE E TITOLI DI CODA»

Colonne di fumo si levano dalle campagne circostanti. Code di veicoli in fuga, strombazzanti all'altezza di Giorgilorio, si dirigono a nord.

Allo svincolo per la congestionatissima tangenziale est, al tramonto, due tipi strani in abiti medievali, sornioni e scapigliati intimano ai turisti in fuga: "UN FIORINO!"