lunedì 28 novembre 2011

Le faremo sapere

Siamo qui, uno di fronte all'altra.
Lui, uomo sulla sessantina, capelli sale-e-pepe, stile curato, aria annoiata.
Io seduta davanti a lui, attenta a non incrociare braccia, gambe, piedi e tutto quanto sia incrociabile (princìpi di psicologia del lavoro...) per dare di me l'idea del candidato sicuro, dinamico, aperto.
Lui mi squadra insistentemente occhi-tette, tette-occhi, poi esclama: "Dunque, signooorinaaa, perchè è interessata a questo impieeego?"
Io nel frattempo sto osservando un soprammobile laccato oro a forma di toro rampante (vedi sul Dizionario dei Contrari alla voce "chic") posizionato accanto ad un taglia-carte con manico in pelle e ad un porta-penne in pelle su uno scrittoio in pelle. Ma perchè in questo ufficio è tutto in PELLE? Hanno scuoiato un mandria di mufloni prima che arrivassi io?
Gli lancio un'occhiata e argomento un paio di ragioni nobili che mi hanno spinto lì. Evito di pronunciare le parole "bisogno" e "denaro" per non profanare quel luogo lindo e dorato. Sale-e-pepe mi interrompe: "Maaaa... e la vita privata?". Rimango sul chi va là, basita. "Non capisco", balbetto. Allora lui rincara: "Lei mi capirà... saaaa... sono aaaanni che, tra permessi matrimoniali, lune di miele, gravidanze accidentali e non, permessi di allattamento è un tale via vai di dipendenti, che non si fa in tempo a catechizzarne una che bisogna ricominciare daccapo!" Il toro dorato abbandona la scrivania ed entra nell'arena iniziando a sbuffare. "Duuuunque.... vorremmo avere da lei le opportune garanziiiiie... lei mi capisce... insomma... disposta, ecco... a daaaaarmi la sua parola che non ha alcuna intenzione di sposarsi per i prossimi 5 anni... niente figli, una risorsa dedita al lavoro, senza grilli per il capo, per il bene dell'azienda, saaaa, per essere a-s-s-o-l-u-t-a-m-e-n-t-e certi..."

Ecco io, in prima battuta, sarei anche d'accordo, tanto con l'epidemia di Peter Pan che c'è in giro, capirai, non corro alcun rischio. Ma il toro dorato no. Il toro dorato inizia a scalciare, incazzato come un toro, inferocito, la vista annebbiata, e carica a testa bassa e allora anch'io mi incazzo un bel po'. Io che ero rimasta alla mano morta del capo e invece qui a morire sono le tanto decantate pari opportunità.
Tronco il colloquio con alcuni monosillabi di circostanza ed esco trafelata, chiedendomi che cosa significhi oggi essere una donna lavoratrice, camminando a passo veloce con le lacrime calde che mi solcano il viso. Ho proprio bisogno di raccontare a qualcuno il mio improbabile colloquio di lavoro... qui ci vogliono delle alleate, ho bisogno del loro conforto, delle loro confidenze autentiche, del sano chiacchiericcio in versione rosa. Ma al posto dell'empatia, trovo spallucce alzate.
Al posto della solidarietà femminile, incasso dei tristi "così va il mondo" che mi sembra di essere alla mensa della Caritas e svariati "dopotutto c'ha ragione lui", biascicati da schiere di donne in carriera che hanno, nei confronti delle colleghe di lavoro, la sensibilità di un maresciallo dell'esercito.
È proprio vero: il fortino maschilista è difeso da soldati in gonnella.

Immagino di ritornare da sale-e-pepe e alla domanda "Signorinaaaa, come si immagina tra 10 anni?" rispondergli: "mamma."

sabato 20 agosto 2011

Le pittule sono un po' come le tigelle

Esco indenne dal caos ferragostano mentre l'hype mediatico sul Salento turistico impazza su magazines e riviste specializzate ed il principale quotidiano nazionale istituisce addirittura una casella postale virtual-interattiva dove imbucare cartoline dal "Salento felix" (sic!).
Ma a me, bastian contraria e con i piedi per terra, verrebbe invece voglia di spedire la mia caustica-cartolina dal Salento infelice (anche se ho scritto questo...), altrimenti ci convinciamo tutti di vivere tra le immacolate bellezze di Bora Bora, amministrate con senso civico svedese, sdraiati sull'amaca a bere il latte dalle noci di cocco fresche.

Così, come un David Letterman senza mug, ho tirato fuori la mia Top Ten sui "peggiori 10 momenti vissuti nell'estate salentina".

N.B. Da qui in poi immaginare il conto alla rovescia annunciato con la voce nasale di Letterman ("numb'r teeeen, everybooody...!") e rullata di batteria + colpo di piatto sul finale, come nella migliore tradizione dell'avanspettacolo (ta-bum).

10. Vietato calpestare le aiuole
Dover rinunciare a stendersi sul fresco prato inglese per ripararsi dalla calura estiva, perché non ci sono parchi pubblici degni di questo nome e sulle poche aiuole esistenti vige la merda di cane, oltre che un Divieto da Regio Decreto. Capire di non essere a Place des Vosges ma forse neanche in Europa.
9. Antonio
Lo spettacolo del piccolo Antonio che, su una spiaggia dello Ionio, piscia in un secchiello e poi se lo riversa in testa sghignazzando sotto lo sguardo tollerante e comprensivo della madre.
8. Camper selvaggio
Incontri ravvicinati dell'altro tipo con gruppo di camperisti che ti precede mentre percorri in auto la litoranea. Il loro sbandierato "senso di libertà" ("parcheggiamo un po' dove c*zzo ci pare...") non coincide per nulla con il mio.
7. The "Capurso week-end invasion"
Ma perché!?... Capitolo non vi andava bene?
6. Le tavolate sociali di un tempo che non ci sono più
Il rimpianto del tavolaccio-in-legno-altezza-sterno delle Sagre paesane (quelle vere!), con schizzi d'olio ed immancabile ricetta della melanzana ripiena suggerita dalla massaia accanto. Oggi al posto del tavolaccio il ben più comodo servizio al tavolo e al posto della massaia una coppia marchigiana che sostiene che "le pittule sono un po' come le tigelle".
5. Sei per Tre
Le simpatiche facce da pirla dei DJ che si esibiscono ad agosto nei club salentini, ritratte sulle affissioni giganti posizionate sotto i ponti. Rischio di incidente stradale.
4. VIP tweets
Il Dj set di Saturnino in spiaggia (dico: Saturnino!) che diventa "imperdibile happening cultural-mondano".
3. L'hai voluta la bicicletta?
Le pseudo piste ciclabili in città (divertenti... puoi giocare allo "scansa-cassonetto"....) e quelle ciclo-turistiche in campagna usate dalle auto come scorciatoie.
2. Souvenir
Il must-have per i turisti quest'anno sono le T-shirt con frase ricordo in un improbabile dialetto salentino (quella con la scritta "che minchia guaddi?" deve essere un fondo di magazzino palermitano!)
1. Tolleranza zero
I controlli sudamericani delle forze dell'ordine alla Masseria Torcito e a Parco Gondar: posti di blocco, cani anti-droga e poliziotti in borghese per un'allegra serata all'insegna del relax.


Ta-bum


lunedì 8 agosto 2011

The Londoners

ovvero... "una buona scusa per andare di nuovo a Londra".
Volo low-cost (non proprio "low", in realtà...) e Oyster Card alla mano, ho trascorso un long week-end nella città più perfida d'Europa, la mecca della moda indie-alternativa, la capitale
indiscussa dello street-style, alla ricerca di "tips" d'ispirazione fashionista, semini da portare a casa e far germogliare lungo il solco della mia creatività.

"So, what's on in the City?" si chiederanno i miei lettori fashion-victim e anglofoni...
Ve lo racconto io... Dimenticate però le arcinote buste verdi a scritte dorate dei Magazzini-icona dello shopping turistico (quelli con la H maiuscola!!!) o il West End dei mercatini pluri-celebrati di Portobello.
Dimenticate Carnaby Street dove i turisti italiani sperano di provare il brivido dello shopping della Swinging London tra i brand internazionali che trovi anche a Milano.
Dimenticate Camden, mio amore di gioventù (lontano ormai il ricordo che ne avevo di quartiere-continente fatto di razze e costumi mischiati al ritmo del dub sparato dagli altoparlanti) ed oggi appannaggio di teen-ager spagnoli e di squallidi tapas-bar (!?).
È Shoreditch - nell'East End londinese - il nuovo "fashion district" della capitale. Ho perciò vagato in giro per le strade ad est di Commercial Street con la mia fidata digitale a catturare immagini di persone comuni che qui sono vere icone di stile perché a Londra lo street-style è davvero glamour. Ho visitato le fantastiche boutiques alternative di Redchurch Street e i paradisi vintage di Brick Lane, mangiato bagel e hot beef dove i tassisti londinesi amano fermarsi e assaggiato la miglior ginger-beer nel paradiso gastronomico di Albion.
Fuori dalle passerelle, oltre gli atelier, la moda oggi è in strada. È una "nuova democrazia" fatta di scarpe in tela nera, cardigan over-size e custom T-shirt. I londinesi (the londoners) sono la mia bibbia della moda, in sella alle loro bici con l'immancabile laptop nella borsa a tracolla, le sneakers ai piedi e quella innata capacità tutta brit di abbinare giacche in stile vittoriano e T-shirt marinare che mi fa, ancora una volta, proprio come nella foto qui su, aggrottare la fronte per lo stupore.

La mia top 5 di Hornby-ana memoria:
  1. entrare con un misto di sudditanza ed eccitazione nel regno di Vivienne Westwood a Conduit St. e riuscire a comprare qualcosa per poco più di 30 sterline;
  2. riempirmi il vassoio con il sushi monoporzionato di Wasabi: dove vuoi (praticamente in quasi tutte le Tube Stations) e quando vuoi (davvero low-cost);
  3. guardare il mondo che scorre fuori dalle vetrate di un pub, seduta a sorseggiare sidro di mele;
  4. cenare a piedi nudi sulla moquette nel loft di una coppia di amici greci, nell'ameno quartiere di Richmond;
  5. osservare gli scoiattoli sotterrare le ghiande a Green Park e chiedersi come faranno poi a ritrovarle.
dedicato ad Amy, 27 anni, Camden Sq.


lunedì 18 luglio 2011

Ma non chiamatela tassa


Non ci crederete mai, cari amici, ma oggi voglio spezzare una lancia (però la voglio in tessuto denim, che fa più fashion...) a favore della tanto discussa "tassa di soggiorno"!

«PROLOGO»

Interno giorno. Sono in un albergo a Roma, stanca, scapigliata e carica di valigie, cammino velocemente nella hall, nel solito e deprecabile ritardo verso il prossimo set fotografico. Nella guardiola un omino sulla quarantina si dilunga in una telefonata non-sense mentre io attendo nervosamente che l'ascensore giunga al piano quando, ad un certo punto, riagganciando la cornetta, urla: "Ah Signò, ce sta 'a tassa de soggiorno........"

"Aspetta, aspetta, aspetta..."sibilo io stupita, mettendo mano controvoglia al mio wallet in pelle di Paul Smith "ma da quando l'hanno riesumata la tassa di soggiorno? Che diavoleria è questa?"

Allora, di ritorno a Lecce, rimugino mumble-mumble sulla gabella in questione mentre sulla stampa locale esplode la polemica tra carte bollate, ricorsi al TAR e albergatori che piangono (così, a scopo puramente preventivo, immaginandosi sin d'ora sul lastrico...) e tutto ciò mi mette una gran tristezza. È un polverone grigio che non mi fa respirare, è l'immagine dell'anti-estate, la negazione del divertimento, cari amici!!!... file di bianchi ombrelloni chiusi come in un lindo cimitero di Colleville Sur Mer, mentre, c*zzo, invece è estate vera e io sogno frozen daiquiri su comodi lettini e il tramonto sullo ionio (ok, sono molto mattiniera ma per l'alba sull'adriatico non ce la faccio...)

Cioè... pensate davvero che tipo 2€ a persona (cioè praticamente il costo di un caffè in ghiaccio in uno qualsiasi dei nostri beneamati caraibici beach-bar) sia capace, da solo, di arginare lo sviluppo turistico del Salento?

Ma non eravamo la terra di "imprenditori lungimiranti e servizi di qualità" (cito da una rivista a caso...)? Ma perché Roma e non Lecce? Ma perché non possiamo investirli nella manutenzione ed il recupero dei beni culturali e ambientali o dei servizi pubblici locali? Ma perché non li usiamo per regalare a Lecce un re-make up o una rilassante seduta detox?

«THE DAY-DREAM (il sogno ad occhi aperti)»

Tutte queste domande mi rigirano nella testa, perciò con la fantasia mi travesto per un istante da turista errante, godendomi la luce del centro storico e la bellezza ancora intatta dei vicoli meno battuti ed incappo in gruppi di vacanzieri deambulanti. Ce ne sono di tutti i tipi, età, estrazione sociale, accompagnati e non, cartinati o confusi-testa-in-aria. Camminano a passo veloce o col tipicissimo passo da gamberone rosso (presidio Gallipolino...). Colgo con orgoglio il loro sguardo rapito, la bocca perennemente aperta in un'espressione di stupore, il loro abbigliamento molto pittoresco, copricapo d'ordinanza con visiera ed occhiali da aviatore per lui, micro-bag "eta-beta" per lei, corredata di giacchina stretch in caso di vento ed ombrello contro il temuto temporale estivo.

«THE NIGHTMARE (l'incubo)»

Ma attenzione!!! Improvvisamente scappano tutti, fuggono a gambe levate verso il City Terminal, presi dal panico, inseguiti dal BLOB informe e fagocitante, la "tassa che uccide", l'odioso tributo che tutto distrugge, l'incomprensibile vessazione per i turisti-sudditi da max 5 Euro giornaliere. "Ma la Lonely Planet non ne parlava!!!"urlano atterriti, calpestandosi l'un l'altro alla ricerca di una via di salvezza contro Armageddon, "l'apocalisse economica ammazza-vacanze".

«FINALE E TITOLI DI CODA»

Colonne di fumo si levano dalle campagne circostanti. Code di veicoli in fuga, strombazzanti all'altezza di Giorgilorio, si dirigono a nord.

Allo svincolo per la congestionatissima tangenziale est, al tramonto, due tipi strani in abiti medievali, sornioni e scapigliati intimano ai turisti in fuga: "UN FIORINO!"

martedì 28 giugno 2011

La prova costume

Ovvero... Mi preferisci "skinny" o "curvy"?
Dovete sapere che in questi ultimi mesi ho combattuto a spada tratta contro quasi 20 fastidiosissimi kg di troppo ostinatamente abbarbicati sul mio ex-fisicuccio esile da exmodella degli ex-anni che furono!
Lo sappiamo tutti che è stata una tortura comune, inferta a noi povere donne, l'idea che fosse necessario possedere un fisico smilzo, smunto e senza la benché minima curva (su cui far scivolare le mani vogliose del nostro compagno...). È stata un'imposizione continua e massiva, senza tregua, sibilata di continuo in frasi tipo "PRENDITI CURA DI TE!".
Ebbene sì, la dieta sibilata, quella consigliata, la dieta millantata: tutti specchietti per le allodole, atti al convincimento di noi povere "chiattone" comodamente stravaccate dinanzi al televisore. Una vera e propria persecuzione!
Ed adesso? No panic! È arrivato il momento fatidico: la tanto temuta PROVA COSTUME e cosa leggono i miei occhi cerulei?!

"Buone notizie sul fronte dell’estetica contemporanea, il sistema della moda fa marcia indietro e non punta più solo sulle magrissime altissime perfettissime per lanciare i suoi messaggi. Cambia l’immaginario di riferimento..."

Cioè, no... scusate... volete dire che, dopo un anno di palestra, una dieta a zona, la bizona (come quella di Oronzo Canà...) e la tri-zona, con tutte le impietose rinunce annesse e connesse, è arrivato il momento delle pienotte (le "curvy")? È di nuovo il momento dei miei amati panini con la mortazza?
Ho capito bene?
Sono senza parole, non che l'essere sovrappeso sia stato un reale problema per me ma, insomma, sono una fashion designer e anche quando il pensiero osa essere altrove, TAC ecco lo spot sulle pillole dimagranti di giorno e di notte, TAC ecco la cover-girl ultra skinny sulla rivista patinata, sull'orlo di una crisi di nervi, con lo sguardo perso all'idea di "me so' magnata 'na focaccetta, me dovrò appuntà sullo smartphone de vomitá" (è una modella di Amatrice...).

Ho capito bene?
Dopo tutti i capi non provati nei negozi e tutte le commesse che non passandomi l'abito esposto in vetrina aggiungevano "senta, non lo provi che me lo allarga" (giuro che è vero!!!), dopo essermi scontrata dolorosamente con le costole e le vertebre a vista della modella next big thing di turno ora vanno di moda le "curvy"?
Non ci credo ma sono felice per tutte le donne che come me, per pochi anni o per tutta la vita, si porteranno appresso, con orgoglio e sensualità, quel fagottino adiposo, quei paccotti di grasso soft, messi lì, incastonati in una panzotta, un sottobraccio o un triplo mento: il vostro sguardo e la luce che vi circonda, non ha prezzo, nè moda!


mercoledì 15 giugno 2011

Il fotografo del matrimonio

Lei: Amore mi ami?
Lui: Si, tesoro, ti amo!
Lei: E dimmi, sei felice?
Lui: Si, cara, sono felice ....ma solo se togli quel tacco dal mio alluce....grazie!
Lo sguardo dei due si rabbuia, la situazione si fa pesante....non ci sono più le dolci parole, gli abbracci, non ci sono più i sorrisi che.... "STOOOOP, FERMI, BASTA COSÌ, NON VA BENE, NO.... NON VA BENE... VI VOGLIO PIU' PLASTICI!!!" E allora lei si accoscia alla Beppe Baresi nella tipica foto da squadra di calcio mentre lui si erge sui tacchi tipo battaglione S. Marco passato in rassegna. "CRISTO SANTO" urla il fotografo "ME STA PARITI L'ARTICOLO IL..."
Ebbene sì, l'ignara coppia suda e smania alla ricerca della posa perfetta nel caldo abbagliante dello spazio antistante Palazzo dei Celestini, oramai classica ed imprescindibile location per ogni servizio da matrimonio che si rispetti, i set che si susseguono uno dopo l'altro per tutto il giorno e il fotografo gilettato con troupe al seguito che ronza intorno alla sposa in abito champagne come fosse Herb Ritts.

Ok, allora.... cari amici,
  • vada per l'inatteso invito di nozze in carta filigranata,
  • vada per la cugina di Frosinone che ha deciso di sposarsi il 14 agosto,
  • vada per lo speciale menu "solo per voi" con astici canadesi-di-porto-cesareo flambé,
  • vada per "chi accompagna a casa la nonna?"
ma rivoli di sudore gelido mi scorrono lungo la schiena alla vista degli sposini in posa prima dello scatto, al pensiero di tutti i campi e contro-campi suggeriti dal fotografo di matrimoni ingaggiato per l'occasione, super-flash, filtri e reflex come se piovesse nell'immancabile set di 3 ore come da tradizione.
"PIU' VERI, PIU' VERI... FRIZZANTI MA NATURALI... DAI CHE E' L'ULTIMA!"
Terrorizzati dall'artista irascibile, gli sposini lo assecondano in shooting sempre più imbarazzanti e coreografie finto-spontanee alla ricerca del vero ed unico reportage audio-video originale-garantito.

Suggerisco pertanto alcune delle seguenti pose inedite a beneficio di voi prossimi due malcapitati:
Lei sensual-erotica stile Penthouse in 3D, lui stile James Bond con licenza di uccidere.
Lei sguardo da jet-set "volevo un Vera Wang tipo quello delle Kardashian", lui sguardo da "e mo' come lo ammortizzo questo completo color melanzana?"
Lei maliziosa dito in bocca tipo "mamma Ciccio mi tocca", lui bamboccione tipo "mamma stirami le camicie".
Lui e lei che corrono mano nella mano effetto rallenty tipo Sandra e Raimondo.
Tutti e due schiena contro schiena alla Robe di Kappa.
Gran finale alla Villa Comunale con gli sposi che sbucano da una lantana fiorita.

P.S. Vi dispenso dall'invitarmi a casa vostra per la visione del filmino.

mercoledì 8 giugno 2011

La gita fuori porta

Ho gironzolato un po’ per vacanza ultimamente, tra la Puglia e la Toscana.
Ho setacciato i luoghi e osservato la gente perché non posso fare a meno di essere il segugio style-scout che tutti conoscete. Allora... ho scrutato e spulciato le donne e gli uomini incontrati per strada alla ricerca di nuove ispirazioni e originali idee taglia-e-cuci, come una fashion-voyeur vestita effetto cipolla (molto utile se occorre alleggerirsi o coprirsi più volte durante il giorno... ah, le fresche colline del Chianti...)
Alla base c’è l’idea che a me piace pensare che ogni nazione, regione, provincia, città o addirittura borgo o contrada abbia le proprie tipicità in fatto di usi e soprattutto costumi ma, eddài... piedi per terra, oggi l'uso si è appiattito e di sicuro il costume non esiste più, si è estinto quando hanno inventato la tv via cavo. Io comunque adoro gli usi e costumi e con la parola “costume” ci ho sempre giocato (dopotutto il costume qui da noi è anche l’abito della festa...).

Momento flash-back: a scuola, durante l’ora di geografia, la prof. indica incomprensibili macchie colorate sulla cartina fisico-politica dei Paesi Bassi e io mi prefiguro il momento in cui parleremo degli usi e costumi nella terra dei tulipani e disegno sui margini del libro di testo abiti immaginari composti da lunghe gonne contadine orlate di merletto e sapientemente accostate a calzari medievali.

Ok, ho capito, vi starete di sicuro domandando: dove cavolo vorrà andare a parare?
Ebbene......sono stata in vacanza, fin qui ci siamo, ho gironzolato quatta quatta [ho una sciarpa e una ciabatta ;-) ...] e osservato soggetti "costumati" in carne ed ossa che avrei voluto narrarvi in un indimenticabile report modaiolo ma....ci siamo, ecco il punto: non ci sono differenze!!!! A Pienza come a Lecce, tutto il mondo è paese o meglio ogni paese è il mondo intero: chianine in pant-camicia (tranquilli amici veg, non ho visto vacche vestite di lino... sono le ragazze della valdichiana!!!) con improbabili tocchi di stile rustico-toscano misto ad influenze del sud del mondo, di paesi lontani e stranieri mai visitati.
E che dire di quell'uomo così chic, abbigliato stile “esternadamariadefilippi”, con l’ormai neo-classico pantalone bianco in armonia con il caftano della compagna, uguale-uguale alle scarpette del bebè, in braccio alla nonna, che di bianco ed alla moda, indossa i capelli?! Erano in Via Tornabuoni o in Via Trinchese? Vestono uguali per non apparire diversi? Si vestono oppure semplicemente si coprono?
Non lo so, ma è la globalizzazione, tesoro, cosa ti aspettavi?


giovedì 26 maggio 2011

La crema miracolosa

Sfoglio una rivista e con l'estate che si avvicina è tutto un fiorire di ads salutisti e del benessere. Sieri snellenti, tisane depuranti, creme e lozioni che promettono pelli ingenue come culetti di neonato o lisce come ravioli cinesi, l'ultimo balsamo-notte contro i 7 segni dell'invecchiamento (nella feroce concorrenza tra case farmaceutiche i segni dell'invecchiamento si moltiplicano come funghi, per cui forse adesso 7 è il top...)
Poi c'è il sempiterno anti-rughe che non conosce le stagioni.
La ruga è il peggior nemico della donna? Quando la prima increspatura all'angolo degli occhi per noi quasi40? Quando il primo grido d'orrore di fronte allo specchio? (ok, redazione... qui inserire immagine di omini lillipuziani che ti legano al terreno e stirano e tendono pelli cascanti nascosti dietro i padiglioni auricolari...).
La prima ruga insomma è davvero così terrificante? Eppure l'imperfezione ci piace.... quante volte noi fanciulle fashion-victim ci siamo emozionate di fronte a quella borsa vintage sul banco di quel mercatino, così bella proprio perchè imperfetta, rugosa e consumata dal tempo e l'avremmo strappata dalle mani della vicina perchè ancora più fascinosamente logora... e l'avremmo pagata un euro in più per ogni piccolo sbrego esistente... e l'avremmo preferita 1000 volte a quella perfettina in vernice esposta in tutte le vetrine dei negozi del centro...

Sfoglio una rivista mentre bevo il mio caffèlungoconfruttosiointazzafredda e ho una donna seduta di fronte a me. Non è più giovane, ma è ancora bellissima, ben vestita e curata... la cintina pandant con le scarpe, la casacca color corda che ne risalta l'incarnato. Si sporge in avanti mentre chiacchiera con l'amica e sorride con fare elegante, soddisfatta dei suoi consigli. Non ha paura di mostrare le sue rughe, forse le addolcisce solo un po' con la preziosa collaborazione di occhiali da sole dall'effetto non troppo invadente. É così che vorrò diventare, é così che si "dovrebbe" diventare? Non credo ci siano regole, forse solo il volersi bene, trovando in sè stessi la strada (tutta personale) dello stile e del buon gusto.
Faccio una lista delle cose che vorrei fare prima di quell'età. Finisco il mio caffè, la rileggo e sono felice.

martedì 17 maggio 2011

Gli anni d'oro degli ottantofili

Rinascono gli anni '80, rinascono pur non essendo mai morti. Hanno solo riposato un po' sornioni nelle spoglie delle mamme e dei papà fino ad arrivare alle nuove generazioni che vedo avanzare per le strade in mise totally eighties!

Mentre il consumismo incombe, il culto del corpo e della bellezza si fa pressante. La donna corre frenetica sulla corsia preferenziale di una carriera messa al primo posto e la gravidanza è solo un evento da collocare e pianificare nei giorni di buco. Business-wonder-woman o vita matrimoniale? L'idea di successo inculcata nella mente di ogni esemplare di sesso femminile, tipo una moderna Ermengarda che, sparse le trecce morbide sull'affannoso petto, subisce l'imposizione di un destino deciso...

Dietro uno sguardo plastificato dalla montatura doppia e i colori shocking, lei sfoggia un fisico perfetto e super abbronzato, le tanto vituperate spalline che contribuiscono ad un eventuale supporto all'airbag in caso di incidente, i jeans super skinny che cadono fascianti sulle gambe muscolose in fila al fast food e regge indifferente la propria lattina di cocacola (light). Le griffe la fanno da padrone, borse e cinte in completa armonia con fibbie e fibbiette colorate, argentate o dorate e la mascolinità che si fa ma molto sweety, così.. per non creare scompensi ormonali nell'altro sesso.

La moda planetaria ha una sola parola d'ordine: nuovo (ma ri-visto e ri-elaborato), con spunti dal passato e riferimenti al futuro rimesso nel presente; la moda anni 2000 affonda le sue radici negli anni '80.... (neo-gothic e neo-punk, come fossimo a Leicester Square...) e '90 (destrutturato e imperfetto, come un sarto cieco) ... mancano solo 2 pizzichi di medioevalità e 1 spunto illuministico!

Gli anni '80, con la loro moda poco fashionable ma d'effetto, hanno scavalcato senza sforzo anni ed anni di ciclici cambiamenti, nella moda come nella musica, nello stile di vita come nella cultura pop. Ho perciò deciso di sparare a palla (pump up the volume!!!) i miei anni '80 assieme a Fabio Murrone -in arte Penelope-, frontman d'eccezione dei Rewind e a Gianluigi Oliva -in arte Jjazz- alla regia. Ogni domenica, alle 22:00 su Radio Rama, riavvolgiamo il nastro della nostra musicassetta e mandiamo in onda la trasmissione anni '80 per eccellenza: "RADIO GAGA". Note musicali nostalgiche, becero revivalismo, amarcord su eventi storici ed eventi moda, momenti trash, spot TV mai dimenticati e personaggi irripetibili, tutto solo ed esclusivamente anni '80.

Non ci si poteva esimere dal ritornare a parlare dei nostri mitici anni '80 (qui inserire voce di Gianni Minà), e trascurare tutti i gradi di parentela con gli anni che stiamo vivendo, noi "Ottantofili" non avremmo assolutamente potuto far finta di niente!

lunedì 9 maggio 2011

Biografia delle ami-nemiche...

Lunita Pascal sono io, Bruna Pizzichini, classe ’73, donna del sud, dalle molteplici idee ed un bisogno di creatività innato.
Fin da piccola disegno-invento-creo, senza tregua (prima creazione: smonto una collana di perline della mamma e ne faccio un orecchino “chandelier”), così non stupisce
che sia finita a frequentare l’Istituto di moda, per poi conseguire un diploma quinquennale nell’indirizzo Stilista di Moda.
Nel frattempo Lunita cominciava a farsi strada attraverso il “SISTEMA” MODA, con la sua voglia di esprimersi ed imporsi senza tregua, infatti esplode in una formosa diciassettenne modella free-lance, per esplorare il concetto di moda anche dall’altra parte della passerella, poi si impone come commessa in pochi selezionati negozi di abbigliamento e calzature, e ancora responsabile di reparto e degli ordini.
E’ un periodo formativo importante sia dal punto di vista commerciale (Bruna Pizzichini & Lunita Pascal si chiedono: cosa desidera una donna?) che imprenditoriale (occuparsi del campionario permette "loro" di analizzare anche il sistema dei costi connessi ad esempio alla produzione delle calzature...)

I MATERIALI
Dall’uncinetto alla carta (disegno, bozzetti, comics, cartamodelli), ho disegnato per conto terzi piccole collezioni per bambini che ho cucito personalmente sperimentando le tecniche del riciclo e del riutilizzo (soprattutto pietre non preziose, metalli, scampoli), i materiali più pazzi però son sempre stati reperiti da Lunita, che nello scovare le rarità è sempre satata un portento!

Bruna & Lunita assorbono i COLORI
Trasferitami a Lecce, frequento uno stage di fotografia analogica e digitale, specializzandomi nella manipolazione delle immagini. Ne faccio un lavoro vero (per 8 anni, in cui Lunita scalpitava, alla ricerca e richiesta di nuove emozioni) e nel laboratorio di stampa mi appassiono a filtri e gamme cromatiche sperimentando il fascino degli scatti sbagliati, fascino tutto Lunita, per intenderci!

CONOSCENZA DI ME STESSA E RAPPORTO CON LUNITA

Vivere in confidenza con la mia ami-nemica Lunita, ha significato un'esplosione vera e propria nelle arti: in teatro sia come attrice e insegnante di teatro per ragazzi, che come attrezzista di scena e aiuto scenografa. Da questa esperienza prende vita l’idea della location per il primo défilé, dove la moda della stilista chiusa in Lunita, s'interseca allo spettacolo teatrale musicale di Bruna ed altri artisti salentini.

IL MARCHIO
Dopo un periodo di precariato Lunita prende finalmente il coraggio a due mani e crea, imponendo la sua identità, Lunita Pascal (che da giugno 2010 è un marchio registrato) facendovi confluire tutti i bozzetti, gli schizzi, le intuizioni, le idee, i prototipi realizzati negli anni precedenti, dalla simpatica, dolce e silenziosamente sottomessa Bruna Pizzichini. In soli quattro mesi ha progettato e messo in scena il primo evento-défilé di Lunita Pascal, raccogliendo attorno a sé tutte le esperienze maturate sino a quel momento (dal teatro, alla musica, alla fotografia).
Quella di novembre 2010 è una sfilata dinamica, innovativa, spettacolare e multi-tematica, che fa clamore in città: 24 abiti suddivisi in due set, monocromo per scelta di Lunita; non modelle (per scelta di Bruna), ma giovani ballerine; non anonimi loft ma il foyer di uno splendido teatro.


Per quanto mi riguarda, la moda è una giostra sulla quale si sale e non si riesce più a scendere, una di quelle giostre dalla fila chilometrica, dove la gente si spintona per non perdere il posto! Non so in quale "pezzo di fila" fosse collocata Lunita, non ricordo esattamente quando è davvero entrata nella mia vita, so solo che non riuscirei più a vivere senza questa mia splendida ed affascinante ami-nemica....ami, inteso come amore, nemica perchè sfido chiunque a combattere ogni giorno con una signorina bacchettona assetata di moda, viva e attiva..... in me!